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I grandi viaggi hanno questo di meraviglioso, che il loro incanto comincia prima della partenza stessa.
Si aprono gli atlanti, si sogna sulle carte. Si ripetono i nomi magnifici di città sconosciute.

(Joseph Kessel)

cartina jeri


NOTIZIE UTILI

Documenti:
Per i cittadini italiani non è richiesto il visto d’ ingresso per entrare in territorio brasiliano.
Alla polizia di frontiera dovranno presentare il proprio passaporto con la validità minima di 6 mesi dalla data di partenza e il biglietto di ritorno dal Brasile. Il permesso di soggiorno per 90 giorni verrà rilasciato all’arrivo. Conservare la copia del modulo poiché andrà riconsegnato alla partenza.

Vaccinazioni:
Non sono richieste vaccinazioni per visitare il Brasile. Il vaccino contro la febbre gialla è raccomandato a tutti i turisti nazionali e stranieri che intendono visitare le seguenti regioni brasiliane: Acre, Amazonas, Amapá, Brasília, Goiás, Maranhão, Mato Grosso do Sul, Pará, Rondônia, Roraima e Tocantins.

Non dimenticare:

è necessario fare il vaccino con antecedenza minima di 10 giorni dalla partenza.
Per i turisti che sono stati in transito negli ultimi tre mesi o che sono provenienti da determinati paesi - Angola, Benino, Bolivia, Burkina Faso, Cameron, Colombia, Ecuador, Gabon, Gambia, Gana, Guinea Bissau, Guiana Francese, Liberia, Nigeria, Peru, Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone, Sudan, Venezuela e Zaire è necessario un certificano internazionale contro la Febbre Gialla.

Sicurezza.

Le grandi città come Rio de Janeiro, Sao Paulo, Salvador, come tutte le grandi città del mondo possono essere insicure in alcune zone ed in alcuni orari che notoriamente sono sconsigliate per la visita.
Le normali norme di prudenza come quelle di non portare molti soldi o di non sfoggiare preziosi eviteranno sgradevoli esperienze

In Brasile tutto è grande, dalle dimensioni geografiche alle risorse. Il Brasile è il quinto tra i paesi più grandi del mondo, persino più esteso degli Stati Uniti. Le foreste coprono il 65% del suo territorio, ed in Brasile si trova la più grande foresta pluviale tropicale del mondo: l'Amazzonia, con piante rare utilizzate anche nella moderna medicina. In brasile, inoltre, le specie animali sono tra le più varie del mondo.
Le differenze tra le regioni del Brasile sono enormi, a sud dove la maggior parte delle persone sono di origine europea (specialmente portoghese, spagnola, tedesca e italiana) si possono ammirare bellissime spiagge e montagne, tutto in stile europeo. Nel nord-est, il paesaggio è tipicamente tropicale con spiagge bianchissime circondate da magnifiche palme e un mare caldo.
In Brasile la popolazione è considerata amichevole e cordiale. Devi provare l'esperienza della samba e del "Churrascaria" (barbecue) per arricchire il tuo gusto con i sapori brasiliani del famoso manzo, riso col maiale e dei fagioli. In Brasile troverai delle famiglie tradizionali che agiscono e operano in grande subbuglio dato che questo Paese è alle prese con un'ancora persistente vecchia mentalità ed un nuovo modo di pensare. Nonostante le sue contraddizioni è attraverso lo spirito libero e nazionalistico dei brasiliani che scoprirai la magia del Brasile, una miscela tra romanticismo e bellezza conosciuta in tutto il mondo.

La Capoeira
Misto di danza e lotta la Capoeira è stata creata in Brasile dagli schiavi, in base alle tradizioni africane, come forma di difesa personale alle aggressioni fisiche e alle minacce. Nel corso degli anni questa danza/lotta è stata arricchita con nuovi movimenti e variazioni.
Come arma da combattimento utilizza con malizia e creatività le braccia, le gambe, le mani, i piedi, i gomiti, le spalle e le ginocchia.
Nella Capoeira oltre ai lottatori hanno un ruolo importante i musicisti e in special modo il suonatore del berimbau che conduce la lotta con il suo ritmo.

 

capoeira
Il Favoloso Nord-Est
Quasi 14 mila asini e appena 500 persone: questi gli abitanti di una parte del Brasile dal nome impronunciabile che è anche uno degli ultimi posti immacolati dove poter ammirare un mare e un panorama primordiali fatti di dune intervallate da lagune. Jericoacoara significa “coccodrillo disteso al sole”, si trova a nord est del Brasile e si raggiunge partendo dalla città di Fortaleza, capitale dello stato del Cearà con più di 2 milioni di abitanti (ci vogliono più o meno 9 ore). Da qui si prende una strada statale che in tre ore copre 300 chilometri e ci porta vicino al paradiso; un’ultima mezzora di “strada” di sabbia e finalmente si arriva a destinazione.
Vietato improvvisare, perchè gli ultimi 20 chilometri sono sulle dune: o si viaggia sugli autobus di linea o in Land Rover o in dune buggy, piccole automobili fatte apposta per la sabbia; le vetture normali resterebbero impantanate e poi vedere le buggy caricate su delle chiatte quando si devono attraversare dei corsi d’acqua è uno spettacolo simpaticissimo. L’ultimo tratto di strada è una meraviglia con a destra l’Oceano Atlantico e a sinistra il candido deserto. Dopo aver attraversato il cartello di benvenuto nel Parco nazionale (da qui in poi è vietato dalla legge alterare il paesaggio), si possono ammirare la vegetazione verdissima e rigogliosa e le buffe ‘piante della pigrizia’, chiamate così poiché hanno rami che scendono verso il basso e penetrano nel terreno diventando radici, anziché crescere verso l’alto. Un’altra particolarità è costituita dai 2 cimiteri che si trovano all’ingresso, uno rivolto verso il paese e l’altro verso l’oceano, a seconda che si decida di passare l’eternità con amici e parenti o con il mare. Il paese è in preda ai cambiamenti ed è perciò invaso dalle ruspe che abbattono le vecchie baracche per costruire nuove abitazioni, a differenza del parco che l’amministrazione federale intende mantenere immutato. Per il momento le strade sono ancora di sabbia, proprio come vent’anni fa, quando ci vivevano solo poche decine di pescatori in capanne e prima che francesi, argentini, americani ed europei scoprissero questo posto. Da allora i prezzi sono aumentati notevolmente, sia per quanto riguarda i terreni e le case che per i souvenir e gli oggetti di uso quotidiano. Solo pochi anni fa il paese è stato raggiunto dall’elettricità, da Internet e dalle antenne satellitari. Questo è uno dei posti più sicuri del Brasile, dove la notte l’unico rischio è rimanere incantati dalla capoeira: ballo tipico della zona a metà tra danza e arti marziali, viene coreografato e messo in scena sulla spiaggia, dove il maestro insegna i passi a chiunque voglia imparare. Se si preferiscono gli sport, qui si possono praticare il kite surf, il sandboard sulle dune sabbiose (simile al surf) e l’aerobunda (simile al bungee jumping).
A nord di Jericoacoara si trova la duna simbolo del paese, la Por do Sol, da dove è possibile ammirare il tramonto. Purtroppo la duna si sta rimpicciolendo, dai 50 metri di altezza originari è ora scesa a 25, per cui se non volete perdervi lo spettacolo, vi conviene affrettarvi. A sud c’è la suggestiva Pedra Furada, emersa dalle acque dell’oceano nel 1984: si tratta di una roccia fatta ad arco attraverso la quale si ammira il sole che si getta nel mare al tramonto.
Nel paese si avverte un senso religioso molto forte, forse dovuto al fatto che, quando erano tutti pescatori, non era raro che qualcuno perdesse la vita in mare. Nelle chiese sono presenti diverse statue rappresentanti santi differenti, così che il fedele può scegliere quale baciare e pregare.
Capoeira

Misto di danza e lotta la Capoeira è stata creata in Brasile dagli schiavi, in base alle tradizioni africane, come forma di difesa personale alle aggressioni fisiche e alle minacce. Nel corso degli anni questa danza/lotta è stata arricchita con nuovi movimenti e variazioni.
Come arma da combattimento utilizza con malizia e creatività le braccia, le gambe, le mani, i piedi, i gomiti, le spalle e le ginocchia.
Nella Capoeira oltre ai lottatori hanno un ruolo importante i musicisti e in special modo il suonatore del berimbau che conduce la lotta con il suo ritmo.

ATTIVITA' DEL TEMPO LIBERO IN BRASILE
La vita notturna in Brasile offre molto, specialmente quando si va a ballare nei "cafés" o a mangiar fuori. La maggior parte dei brasiliani non escono prima delle nove di sera o anche più tardi.
Le scuole in Brasile non sono il centro delle attività sociali come in molti altri paesi. La vita sociale per molti giovani non è spesa intorno alle pratiche sportive ed alle attività scolastiche, e le scuole sono considerate solamente un'istituzione scolastica. Le attività del tempo libero e la programmazione dello stesso sono organizzate dalla famiglia ospitante o

 

 

 

 

 


UNA SERA DI CHICO MENDES

cico

Dalla guida della Lonely Planet, Ed.1996


Premessa
I testi seguenti sono estratti dal notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", edito dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo. Essi vengono proposti come materiali utili alla riflessione sui temi della pace, della dignità umana, dell'accostamento alla nonviolenza

CHICO MENDES
Nacque nel 1944 al Seringal Cachoeira, in Acre, da una famiglia di discendenti di raccoglitori di caucciu'. Fin da giovane si interesso' a far valere i diritti alle loro terre degli estrattori di gomma. Nel 1970 il piano di integrazione nazionale (PNI), un ambizioso piano del governo per domare l'Amazzonia , attrasse costruttori, allevatori di bestiame, compagnie di legname e coloni in Acre. Nel 1975, Chico Mendes organizzo' un sindacato di lavoratori rurali per difendersi dalle violente intimidazioni e dalle occupazioni della terra praticati dai nuovi arrivati che stavano distruggendo la foresta e quindi togliendo ai lavoratori rurali i loro mezzi di sostentamento.
Mendes organizzo' numerosi gruppi di lavoratori rurali per formare blocchi umani non violenti intorno alle aree di foresta minacciate dalla distruzione e presto attrasse la collera dei costruttori, abituati a risolvere gli intoppi sia grazie a politicanti corrotti sia assoldando pistoleri per eliminare gli ostacoli umani. Queste azioni di contrasto salvarono effettivamente migliaia di ettari di foresta, dichiarati reservas extrativistas dove lavoratori rurali poterono continuare a raccogliere e lavorare il lattice di gomma e a raccogliere frutti , noci e fibre vegetali.
L'interesse internazionale si concentro' su Mendes come difensore della foresta, ma il suo ruolo come leader lo fece anche diventare l'obiettivo degli oppositori frustrati ed infuriati. Nei primi giorni di dicembre 1988, si attivo' per far divenire il suo paese natale, il Serigal Cachoeira, una riserva estrattivista, sfidando il proprietario terriero ed allevatore locale, Darly Alves da Silva, che reclamava la proprieta' della terra. Il 22 dicembre, Chico Mendes che aveva ricevuto diverse minacce di morte lascio' per pochi istanti la sua guardia del corpo. Fu colpito a breve distanza nella veranda posteriore della sua casa da colpi partiti dai cespugli e mori' subito,aveva appena compiuto 44 anni il 15 dicembre 1988, una settimana prima di essere assassinato. .
Per almeno due anni, ci furono diverse speculazioni sugli assassini; nonostante fossero ben noti, furono considerati fuori dalla portata legale per le loro connessioni con influenti proprietari terrieri e figure ufficiali corrotte della regione - un compromesso comune nelle terre di frontiera del Brasile. Forti pressioni nazionali ed internazionali riuscirono a far arrivare il caso in tribunale. Nel dicembre del 1990, Darly Alves da Silva ricevette una condanna a 19 anni di prigione per essere stato il mandante dell'omicidio; suo figlio, Darci, ricevette la stessa condanna per esserne stato l'esecutore materiale.
I lavoratori rurali , l'opinione mondiale e il governo brasiliano, che necessitava di mostrare ai brasiliani ed al resto del mondo un minimo di controllo sulla regione amazzonica, ottennero ampia soddisfazione dal verdetto. Ma quando i media spostarono i loro riflettori, gli omicidi continuarono. Dagli ultimi anni del '70, di centinaia di omicidi di leaders sindacali e protestanti per i diritti della terra, l'unico che fu investigato completamente e porto' ad una condanna fu quello di Chico Mendes.
La condanna a Darly Alves da Silva fu annullata nel febbraio del 1992 a Rio Branco dalla corte d'appello statale.

"Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho serbato la fede"
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La selva e nella selva l'altra selva
quella nei laghi neri del cuore
quella ove incontri lupe, leoni, lonze
e i killer prezzolati dai padroni.
La selva e nella selva vivi gli alberi
e sotto la corteccia il sangue loro
ed è mestieri di cavarne stille,
fratelli alberi, abbiamo fame anche noi.
La selva e nella selva gli abitanti
della selva. Ed ecco stabiliamo
un patto nuovo tra noi della foresta,
fratelli umani che dopo noi vivrete.
La selva e noi, le donne antiche e gli uomini
antichi e gli uomini e le donne che eccoci.
Stringiamo un patto, sorelle piante, ci diciamo
parole di rispetto e di dolore, fratelli alberi
abbiamo fame anche noi, hanno fame anche altri, tutti
vogliamo vivere.
La selva e nella selva io Chico Mendes
e tre proiettili che passo dopo passo
di ramo in ramo di talento in talento
dal portafogli e dalla scrivania
fino alla tasca e alla cintura e alla fondina
è tanto che mi cercano, e cercano me
Chico Mendes, il sindacalista
l'amico della foresta, l'amico della nonviolenza.
Ed è già questo ventidue dicembre
del mille novecento ottantotto
questa è la porta di casa mia, sono
le cinque e tre quarti. E mi sotterreranno
nel giorno di Natale antica festa.
Piangono nella selva lente lacrime
di caucciù le piante, piange l'indio
piange Ilzamar, Sandino ed Elenira
piangono e piangono i compagni tutti,
il sindacato piange e piange il cielo
in questa sera senza luce e senza scampo.
Mentre mi accascio guardo ancora il mondo
che possa vivere
ho fatto la mia parte.

giornale

Salmodia per Chico Mendes
di David Maria Turoldo
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Era la feria sesta e come sul monte
lo stesso buio di quel giorno
stagnava su tutta la foresta:
aveva il colore del fango,
solo i fiumi verberavano ancora
tortuosi serpenti di sangue,
arterie aperte, di sangue
intorno al cuore della foresta:

ucciso dunque anche tu, di venerdì
Chico Mendes, ma era
l'antivigilia del Sole nascente
e la tua liturgia avrà luogo
nel suo pieno giorno dopo che Angeli
avevano squarciato la notte cantando
alla prima Sua discesa
ai nostri inferi…

La tua immagine di naïf innocente
sventolava dall'alta croce
che apriva il corteo, e già era
un corteo interminabile
di fanciulli e donne, di vivi, di uccisi
di folle come foreste
a diradarsi su tutta la terra:
ucciso anche tu, Chico Mendes
come Martin Luther King,
tu nella prima e il fratello negro
nell'ultima settimana santa
e Oscar Romero, perché vescovo,
ucciso la vigilia dell'Annuncio:
scadenze che finalmente inverano
il calendario di Cristo:

ucciso anche tu, Chico Mendes
perché la terra non muoia di sete,
ucciso perché la foresta non sia uccisa
e tutti gli alberi stiano in piedi, verdi,
alti, imponenti e verdi,
e tutti i figli dell'uomo possano
respirare ancora
l'ultima aria pura:

tu, seringueiro, figlio del fango
figlio della baracca azzurra del fiume
figlio del fiume e della "mata" vergine
figlio dell'Alto-Acre da dove
un lontano giorno è venuto l'uomo
che doveva consacrarmi, e tu
cresciuto là per vestirti di una porpora
più sacra di ogni sacerdozio:

ucciso con tre pallottole di fuoco
come i tre chiodi roventi di Cristo,
sulla soglia della tua capanna e la notte
già stava invadendo tutta la foresta:
morte offerta sul vassoio
come una tortilla per l'ora di cena:
offerte per la grande festa
degli Indios di tutta la terra: festa
perché gente che muore come te
lava la terra:
novello Mahatma dell'Amazzonia,
è giunta la tua e nostra ora,
ed è questa…
Amen

 

 

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